Più di mille chilometri distanziano i poderi “Tozzi” di Casola Valsenio, in provincia di Ravenna, e la tenuta “I Turrizzi”, situata sul fronte nord dell’Etna. Eppure, “‘A Muntagna”, così come viene chiamato il vulcano, con le sue nubi bianche ed il soffio perpetuo del vento, sembra ergersi a maestoso custode dell’unicità magmatica che dal profondo della terra lega passioni, desideri e uomini di ogni dove. È imperfetta, scostante e aspra la terra di Castiglione di Sicilia. Lì, sotto l’alito bianco dell’Etna, a 650 metri sul livello del mare, viti antiche e scultoree affondano radici ribelli tra le sabbie e le pietre di origine vulcanica. Sono sgargianti e puri i colori di questo angolo di Sicilia, che con i loro contrasti forti, assomigliano alle pennellate, decise e vorticose, di Vincet van Gogh. Il verde delle vigne, fa da contraltare cromatico al nero della lava e al giallo intenso delle ginestre in fiore. In questo ambiente unico per paesaggio e microclima, caratterizzato da elevate escursioni termiche, sorgono viti antiche, impiantate in suoli ricchi di minerali che vedono rinnovarsi la fertilità ad ogni nuova eruzione quando la cenere delle esplosioni si deposita sul terreno. I vini di queste “contrade”, espressione e carattere di una terra selvaggia e nobile, sono capaci di rievocare storie antiche e tradizioni millenarie. Robusti, intensi, signorili ed agrumati, portano nel mondo il respiro del vulcano.
“C’è una prossimità tra la mia famiglia, romagnola doc, e la Sicilia, l’isola del vulcano. Un incontro di sguardi ancor prima di ogni altra cosa. Un incontro con la bellezza della natura, dei limoni e degli aranci, con i pescatori e i contadini. Un incontro con il vento, con i poeti e gli intellettuali, un incontro con la terra, ruvida, scostante, spesso imprevedibile e sempre in movimento, come il paesaggio dell’Etna. Siamo arrivati così, nella contrada “I Moganazzi”, a Castiglione di Sicilia, sul fronte nord del vulcano per impiantare vigne, produrre vini. Ho raccolto le suggestioni che ho respirato in casa, nei racconti di mio nonno Franco e di mio zio Andrea, che a Casola Valsenio, nel centro della Romagna, facendo seguito ad una passione antica, hanno deciso di investire nelle viti, nel nettare di Dio. Così, a lambire le attività legate alle energie rinnovabili, centro di interesse per la famiglia Tozzi, è nata l’opportunità di salire ai piedi de la “Muntagna” per scoprire il fascino ed il mistero di una vallata ricca di minerali che la lava, ad ogni eruzione, consegna in dote alla terra. È stato un incontro d’intenti e del cuore, quello che mi ha spinto a farmi protagonista in questa nuova impresa sul lato orientale dell’isola, tra i corsi dell'Alcantara e del Simeto. Ed ora, raccolto il testimone, fatto per sempre mio, le pendici dell’Etna innevato e le nubi che sembrano fargli da cappello, sono diventate casa, dimora, luogo della passione per il vino, per il buono ed il bello della vita”.
Virginia
“L’Etna sta come un immenso gatto di casa che quietamente ronfa e ogni tanto si sveglia, sbadiglia, con pigra lentezza si stiracchia e, d'una distratta zampata, copre ora una valle ora un'altra, cancellando paesi, vigne e giardini. E appunto come i gatti di Eliot ha tre nomi diversi: Etna, Mongibello, e il terzo segreto. Immenso". Leonardo Sciascia